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L’Onorevole Scilipoti mette in evidenza come in molti dei siti della Sicilia e del resto d’Italia era presente e si usava massicciamente l’amianto, sia di matrice compatta che friabile. Questi sono oggetto di atto di indirizzo ministeriale, che sancisce l’accertamento della concreta esposizione di tutti i lavoratori che vi prestavano la loro attività. Le vittime, in questo caso, devono considerarsi ricompresi nella norma di cui all’art. 1, commi 20, 21 e 22, della Legge 247/07.

Tuttavia alcuni lavoratori sono stati ingiustamente esclusi. In particolare l’Onorevole fa riferimento a coloro che hanno lavorato presso Valle del Mela, i dipendenti della Raffineria, della Centrale Enel, delle Acciaierie Tuferrofin, della Sacelit, chi ha prestato servizio nei Cantieri Navali di Messina, nelle Raffinerie di Gela e di Priolo e in tutti gli altri siti contaminati da amianto della Regione Sicilia, oltre che del resto d’Italia.

Questi hanno subito la censura nel Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio con la Sentenza 5750/09. In questa occasione si è annullato parzialmente, proprio per quanto riguarda la discrimina dei siti siciliani e degli altri in tutta Italia, l’oggetto di atto di indirizzo ministeriale, di accertamento dell’esposizione dei lavoratori.

Gli atti illegittimi del Ministro del lavoro e dell’INAIL, dichiarati tali dalla Sentenza del Tribunale Amministrativo, hanno precluso a migliaia di lavoratori dell’amianto della Regione Sicilia, come del resto d’Italia, il meritato accesso alla pensione, dopo anni di esposizione all’amianto. Infatti questi lavoratori risultano riconosciuti esposti all’amianto fino al 1992. Quindi, per effetto dell’art. 1, commi 20, 21 e 22, della Legge 247/07, hanno diritto a vedere esteso il periodo di riconoscimento, utile per accedere anticipatamente alla pensione pari al 50% del periodo prolungato.