Legge di Bilancio 2018: ignorati i diritti delle vittime del dovere. I contenziosi sono destinati a proseguire per il comportamento ostracistico del Ministero della difesa (nonostante le sentenze di condanna delle SS.UU. e della Corte di Cassazione).
Lo Stato pugnala i familiari delle vittime del dovere che hanno dato la vita per tutta la collettività.
L’ONA chiede un incontro urgente con il Presidente del Consiglio, On.le Paolo Gentiloni, e si appella al Presidente della Camera On.le Laura Boldrini e al Presidente del Senato, Senatore Pietro Grasso, perché sia posta i calendario la proposta di legge, avanzata da tutti i gruppi politici di codificare espressamente l’equiparazione delle vittime del dovere a quelle del terrorismo.
Chi sono le vittime del dovere e quali rischi hanno corso
Vittime del dovere...Vittime di uno Stato che non è stato in grado di tutelarle in vita, facendole esporre a polveri di amianto e non solo.
Lo Stato, spesso indulgente, è invece implacabile nei confronti delle vittime del dovere e delle famiglie dei deceduti per motivi di servizio: la nuova finanziaria non codifica l’equiparazione delle vittime del dovere alle vittime del terrorismo e questo imporrà di proseguire nelle cause già in corso, per ottenere la piena soddisfazione e tutela dei diritti e delle vittime e dei loro familiari.
Le vittime del dovere, per motivi di esposizione ad amianto, debbono essere parificate alle vittime del terrorismo, con conseguente adeguamento degli importi e ulteriori diritti, quali prepensionamento per gli orfani e le vedove, così come confermato dalla Corte a SS.UU.
Né è stato risolto, dal Legislatore, il problema della mancata liquidazione per coloro che al momento della morte del loro congiunto fossero economicamente dipendenti, una stortura inaccettabile, che ha portato la Magistratura, a tutti i livelli, a sanzionare il Ministero della Difesa e in ultima analisi lo Stato.
Per questi motivi le cause proseguiranno.
Padri di famiglia, mariti, che dignitosamente ogni giorno si sono diretti a lavoro per poter garantire una vita serena alle persone care, ai quali è stato riservato il peggiore dei trattamenti: una morte “consapevole”. Cosa c’è di più brutto per sé e per i propri cari della consapevolezza della morte? Una rabbia che aumenta di giorno in giorno ancor di più sapendo che tutta questa sofferenza poteva essere evitata, se solo da parte delle istituzioni e del Governo ci fosse stata una maggiore attenzione nei luoghi di lavoro e di vita...Garantire un lavoro salubre dovrebbe essere la “normalità”.
Questo è inaccettabile: proseguirò quindi tutte le azioni in difesa delle vittime dell’amianto delle Forze Armate e del personale civile e militare, anche del comparto sicurezza, che nell’espletamento del servizio, in luoghi contaminati da amianto, hanno subito danni alla salute, in alcuni casi anche con morte prematura.
E’ un’occasione persa, quella del Governo Gentiloni, che in questo caso è annegato in un bicchier d’acqua: sarebbe stato sufficiente un emendamento alla legge di stabilità per porre fine al contenzioso, ma soprattutto anche all’oscena resistenza del Ministero della Difesa alle numerose sentenze di condanna, con appelli e ricorsi in Cassazione, contro vedove ed orfani, colpevoli di aver dato la vita per la Patria.
Mentre nella retorica della celebrazione, il Governo alza la Bandiera Tricolore, dall’altra trafigge le vittime e i loro familiari costringendoli a lunghi e tortuosi iter giudiziari per far valere un diritto sacrosanto imposto dalla legge.
Per questi motivi, l’ONA, Comitato Vittime del Dovere, ONA ONLUS, chiede un immediato incontro al Premier Gentiloni affinchè venga posta in calendario la proposta di legge che sani quello che il Ministero della Difesa definisce un vuoto normativo, o meglio che tolga al Ministero della Difesa il pretesto per proseguire nelle azioni giudiziarie contro le vittime del dovere che, già in prima istanza ottengono il riconoscimento pieno dei loro diritti.
Le vittime del dovere hanno diritto ad ottenere l’assegno ex art. 2 legge 407/98 con importo mensile di € 500,00, oltre perequazioni ex lege, piuttosto che l’importo di € 258,00, come già sostenuto da me nel ricorso poi definito con sentenza del Tribunale di Cagliari in funzione di Magistratura del Lavoro, n. 917/2016.
Infatti proprio tale sentenza è stata impugnata presso la Corte di Appello di Cagliari che a sua volta ha rigettato l’appello dell’Avvocatura dello Stato e questo ha determinato un prolungarsi dei tempi processuali e a tutt’oggi una lesione dei diritti dei familiari del Capitano Francesco Paolo Sorgente che rimangono ancora in attesa di ricevere quanto loro dovuto per la morte crudele del loro congiunto.
Così in centinaia di altri casi.
Per quale motivo l’Avvocatura dello Stato si ostina a continuare ad impugnare queste sentenze?
Perché il Ministero della difesa emette dei provvedimenti che le vittime del dovere già riconosciute, debbono impugnare perché lesivi dei loro diritti?
Perché questo stato di cose?
Allora il Governo abbia la decenza di dire che è contro le vittime del dovere.
In particolare il provvedimento normativo relativo all’assegno di 500 euro, di natura risarcitoria, già previsto per le Vittime del Terrorismo, avrebbe fatto risparmiare denaro pubblico ed evitato inutili e lunghi procedimenti giudiziari che da una parte umiliano le famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato e dall’altra congestionano i tribunali.
L'accoglimento di tale proposta avrebbe avuto anche un valore altamente simbolico, visto che il Fondo unico di giustizia è alimentato da beni patrimoniali sequestrati alla criminalità organizzata, quella stessa che hanno contribuito a contrastare e che per questo sono stati colpiti.
L'unico modo per rendere un servizio alle famiglie, agli appartenenti alle Forze dell'ordine e all’opinione pubblica è dire esattamente quali siano gli interessi improrogabili dell'attuale Governo, che evidentemente non coincidono assolutamente con quelli di quanti si sono sacrificati o si sacrificano ogni giorno per tutelare la sicurezza dei cittadini e assicurare libertà, democrazia e giustizia alla Nazione.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha costituito il Dipartimento Tutela Vittime del Dovere per Patologie Asbesto-Correlate, attraverso il quale ha sostenuto le iniziative del Comitato delle Vittime del Dovere di ONA Onlus ai fini del riconoscimento dei loro diritti di natura previdenziale, con equiparazione, anche, alle vittime del terrorismo.
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Antonio Dal Cin (mercoledì, 10 gennaio 2018 14:59)
Lo Stato è colpevole di aver inflitto la condanna a morte attraverso le fibre di amianto. Ma è altrettanto colpevole di aver posto in essere un comprovato e reiterato ostruzionismo a quella che invece sarebbe dovuta essere una comune ricerca di verità e giustizia. Ha preferito privilegiare dorate carriere, dimenticando che sono morti, muoiono e moriranno tantissimi uomini giusti, prima condannati a morte e poi abbandonati al proprio atroce destino. Sono morti nell'adempimento del dovere, senza vedersi riconoscere in vita quei diritti che la legge prevede per chi è stato ucciso dall'amianto per volontà di altri uomini che non hanno saputo tener fede al giuramento prestato. Una sofferenza che non ha risparmiato le famiglie, testimoni di un dramma senza fine, una vera e propria strage, dove le Istituzioni latitano e si fatica ad avere giustizia su questa vita terrena. Continueremo a combattere in trincea, affinchè lo Stato fermi la strage in corso, attraverso l'attuazione della mappatura e delle bonifiche di tutto il territorio nazionale, e si faccia carico dei malati e non lasci sole le famiglie, garantendo tutto quanto è dovuto e necessario al raggiungimento della verità e della giustizia.